Preservazione “immediata” e “precoce” dei tessuti alveolari post-estrattivi in zona 2.5 e 2.7. Guarigione per seconda intenzione della ferita chirurgica a lembo tramite biomateriali

Sesso

M

Età

70

Patologie pregresse

Ascessi parodontali 2.5, 2.8

Situazione ossea

Lesioni a 1-2 pareti tipo deiscenza 2.5, 2.7

Situazione tessuti molli

Presenti 2 mm di gengiva cheratinizzata vestibolare su 2.5 e 2.7

Igiene orale

FMPS e FMBS < 15% dopo terapia causale

Ragioni della visita

Denti mobili 2.5, 2.7 (pilastri di ponte) e 2.8

Attitudini e desideri

Sostituire la protesi fissa 2.5-2.6-2.7 su denti naturali mobili 2.5-2.7 con una protesi fissa su impianti, escludendo la possibilità di protesi su denti naturali (pilastri 23-24-27)

Descrizione

Prima della chirurgia implantare si procede con la terapia causale della parodontite cronica e si programmano le avulsioni di 2.5, 2.7 e 2.8.

Timing post-estrattivo.
Si inizia ad estrarre i denti 2.5 e 2.8 con risoluzione degli ascessi parodontali. Si conserva 2.7 per altri 2 mesi per evitare di sommare la perdita ossea di 2 denti contigui (2.7 e 2.8): l’area 2.8 viene lasciata guarire spontaneamente.

Tipo di lesioni.
A livello di 2.7 è presente il setto osseo inter-radicolare con lesioni alle forche di 2°grado e non c’è infezione acuta. Le pareti ossee esterne sono sottili, ridotta la parete mesiale e palatina per una tasca parodontale profonda verso l’area 2.6 edentula da anni. Il versante distale di 2.7 è conservato nonostante l’ascesso di 2.8: l’indicazione è per una preservazione “immediata” dei tessuti, con pochi rischi.
Nella cavità post-estrattiva 2.5 sono assenti la parete ossea vestibolare e palatina e sono ancora presenti la distale e la mesiale su piani ossei verticali differenti. In area 2.5 a causa dell’infezione acuta è più prudente differire di 2 mesi la chirurgia e l’uso dei biomateriali.

Chirurgia.
Anche se con lesioni diverse, in questo paziente si è scelta una procedura a lembo mini-invasiva con timing post-estrattivo differente: “immediato” per il 2.7, “precoce” (a 2 mesi dall’estrazione) su 2.5. La tecnica chirurgica prevede l’incisione “a T” in gengiva cheratinizzata preservando la papilla distale di 2.4 e l’uso di biomateriali. La sutura lascia un’area scoperta su 2.5 simile alla zona post-estrattiva 2.7 e i lembi vengono solo avvicinati dai punti. La guarigione della ferita open healing si completa in 1 mese circa, mediata da Geistlich Mucograft®.
La chirurgia implantare si effettua dopo circa 1 anno dalle estrazioni, a 10 mesi dalla chirurgia. La protesi su impianti 2.5-2.6-2.7 si cementa dopo circa 1 anno e mezzo dalle estrazioni. Durante il periodo di guarigione il paziente non ha richiesto protesi mobili per motivi estetici e soprattutto non aveva fretta.

Secondo la definizione di ridge preservation la procedura si può effettuare il giorno dell’estrazione oppure in caso di infezione acuta differire l’intervento di 6-8 settimane (1) in quanto le pareti presenti subiscono minimi cambiamenti dimensionali (2,3). L’alveolo post-estrattivo è una sede biologica favorevole: è presente osteogenesi attiva per parecchie settimane, fino a oltre 6 mesi, con variabilità individuale (4).

La gestione degli ascessi parodontali, l’estrazione degli elementi e la chirurgia rigenerativa su 3.6 e 3.7 sono stati trattati a parte. La finalizzazione protesica è stata effettuata in maniera simultanea per tutti i siti del settore 2 e 3 (foto 11).

Bibliografia

1 Wang RE, Lang NP “Ridge preservation after tooth extraction” Clin Oral Impl Res 2012; 23 suppl.6:147-156
2 Chen ST, Wilson TG, Hammerle CHF “Immediate or early placement of implants following tooth extraction: review of biological basis, clinical procedures and outcomes” Int J Oral Max Impl 2004; 19 Suppl:12-25.
3 Darby I, Chen S,De Poi R “ Ridge preservation : what is it and when should it be considered” Aust Dent J 2008; 53:11-21
4 Trombelli L, Farina R, Marzola A, Bozzi L, Liljenberg B, Lindhe J “Modeling and remodeling of human extraction sockets” J Clin Periodontol 2008; 35:630-639

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