E’ fondamentale stabilizzare l’innesto per non perdere volume

Nello studio di Mir-Mari e colleghi (2016) è stato valutato se diverse combinazioni di innesto osseo e membrana in collagene possono dare risultati diversi in termini di stabilità volumetrica della regione da rigenerare durante la sutura dei lembi mucosali.

Materiali e metodi:
Il modello utilizzato è stato la mandibola di maiale, nella quale sono stati creati 20 difetti ossei di forma quadrata.
Ogni difetto è stato aumentato una volta con una delle seguenti procedure di GBR:
– particolato osseo + membrana in collagene
– particolato osseo + membrana in collagene fissata con chiodini
– blocco osseo + membrana in collagene

Sono state eseguite delle scansioni CBCT prima e dopo la chiusura della ferita.
Lo spessore orizzontale (HT) della regione aumentata è stato misurato a livello della spalla dell’impianto (HT0 mm) e in una posizione più apicale di 1-5mm rispetto alla spalla dell’impianto (HT1 mm–HT5 mm).
Le variazioni di HT durante la sutura del lembo sono state calcolare come valore assoluto (mm) e percentuale (%).
L’analisi della varianza ANOVA a misure ripetute è stata usata per la valutazione statistica.

Risultati:

La chiusura della ferita ha indotto una variazione statisticamente significativa dei valori HT0 mm e HT1 mm in tutti i gruppi di trattamento (P ≤ 0.05).
Variazioni di HT0 mm:
– particolato osseo + membrana in collagene: -42.8 ± 17.9% (SD)
– particolato osseo + membrana in collagene fissata con chiodini: -22.9 ± 21.2% (SD)
– blocco osseo + membrana in collagene: -20.2 ± 18.9% (SD)

Nel gruppo trattato con particolato osseo + membrana in collagene, le variazioni di HT0 mm, HT1 mm, HT2 mm e HT3 mm erano significativamente maggiori rispetto agli altri due tipi di procedura (P ≤ 0.05). Tra particolato osseo + membrana in collagene fissata con chiodini e blocco osseo + membrana in collagene non ci sono state differenze significative (P > 0.05).

Conclusioni:
La chiusura della ferita comporta una dislocazione del sostituto osseo e un parziale collasso della membrana nella porzione coronale del difetto orizzontale. La stabilità del sostituto osseo e della membrana erano migliorati dall’applicazione di chiodini o dall’uso di un innesto a blocco al posto del particolato.

 

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