Lo scopo dello studio di Testori e colleghi (2013) era presentare una tecnica chirurgica alternativa all’elevazione del seno della mascella atrofica per consentire un restauro protesico fisso, nei casi in cui la pneumatizzazione risulta estesa all’area del primo e secondo premolare.
Materiali e metodi:
In questo studio di popolazione sono stati inclusi 32 pazienti edentuli (Classe V di Cawood) e 3 pazienti parzialmente edentuli che hanno ricevuto impianti dentali trans-sinusali (procedura a 2 stadi):
– pazienti edentuli: 4 o 6 impianti in base alle condizioni anatomiche e un restauro finale di 12 unità
– pazienti parzialmente edentuli: 2 impianti che supportavano un ponte fisso parziale a 3 unità.
Durante la chirurgia e dopo l’antrostomia, la membrana di Schneider è stata sollevata ed è stato inserito un innesto osseo pari a circa 1ml di volume (Geistlich Bio-Oss®).
Risultati:
Si sono sottoposti alla riabilitazione 35 pazienti (14 uomini, 21 donne – età media 59.2±9.5 anni):
– 32 pazienti: 190 impianti totali con protesi fissa nell’intera arcata supportata da impianti assiali e inclinati trans-sinusali
– 3 pazienti: 6 impianti totali con un restauro fisso a 3 unità.
Il tasso di sopravvivenza cumulativo è stato calcolato solo per il gruppo con protesi fissa nell’intera arcata ed era pari a 98.42%.
La perdita ossea crestale dopo 12 mesi era in media 0.9±0.4 nel caso degli impianti assiali e 0.8±0.5 mm per quelli inclinati.
Si sono verificate complicanze biologiche in 4 pazienti, con un caso di perimplantite e 3 casi di mucosite; nessun paziente ha sviluppato infezioni del seno.
Le complicanze protesiche riscontrate includono un allentamento della vite nel 17.5% dei casi e una scheggiatura della parte estetica nel 30%. Queste complicanze sono state facilmente risolte alla poltrona e non hanno comportato fallimenti protesici.
Conclusioni:
Gli impianti inclinati trans-sinusali, combinati allo spostamento distale della membrana del seno e ad una minima rigenerazione ossea, sembrano essere una valida alternativa, minimamente invasiva, per il trattamento dell’atrofia mascellare.
