Quali interventi sono efficaci sulla periimplantite?

La questione controversa sul metodo migliore di intervenire sulle periimplantiti attorno ad impianti osteointegrati è stata affrontata da una recente review sistematica. I dati archiviati fino al 9 giugno 2011 nel registro Cochrane (Cochrane Oral Health Group’s Trials Register) e nei database di CENTRAL, MEDLINE E EMBASE sono stati analizzati in dettaglio, includendo gli studi randomizzati controllati che confrontavano prodotti o tipi di trattamento per trattare la periimplantite.

Criteri di inclusione e di valutazione:
L’inclusione degli studi e la valutazione dei dati sono stati eseguiti in duplicato e in modo indipendente dagli autori. Il risultato primario è stato misurato in relazione a:
– Fallimento implantare
– Cambiamento del livello osseo marginale (radiografico)
– Complicanze
– Effetti collaterali
– Ricomparsa della periimplantite

Sono stati inclusi 9 studi con follow up da 3 mesi a 4 anni, suddivisi in 4 gruppi:
– Intervento non chirurgico (5 studi)
– Intervento non chirurgico + trattamento (1 studio)
– Intervento chirurgico (2 studi)
– Intervento chirurgico + trattamento (1 studio)

Risultati e conclusioni:
Le differenze significative sono state ottenute solo in due studi singoli, che hanno dato questi risultati:
dopo 4 mesi: l’aggiunta locale di antibiotici al trattamento manuale nei pazienti che avevano perso almeno il 50% dell’osso attorno agli impianti ha mostrato un miglioramento dei livelli medi di attacco durante il sondaggio (PAL, probing attachment levels) di 0.61 mm e la riduzione della profondità di sondaggio delle tasche (PPD, probing pockets dephts) di 0.59 mm.
dopo 4 anni: I pazienti con difetti infraossei periimplantari >3 mm trattati con Geistlich Bio-Oss® e membrane barriera riassorbibili hanno mostrato un miglioramento di PAL e PPD di 1.4 mm rispetto ai pazienti trattati con idrossiapatite nanocristallina.

Anche se non ci sono evidenze certe che suggeriscano quale sia il miglior modo di intervenire nel trattamento della periimplantite, non è possibile affermare che le tecniche attuali non siano efficaci. Da 4 studi è risultato che non ci sono evidenze nell’efficacia delle terapie più costose rispetto a quelle di controllo che prevedevano un semplice trattamento meccanico subgengivale. Quando il follow up era superiore ad 1 anno la ricomparsa della periimplantite poteva arrivare fino al 100% dei casi trattati per alcuni tipi di intervento. Dal momento che si tratta di una malattia cronica, la ripetizione del trattamento è risultata necessaria.
Studi clinici randomizzati più ampi, meglio progettati e con follow up superiore ad 1 anno sono essenziali per fornire dati più precisi sull’approccio corretto alla periimplantite.

 

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