GBR con l’utilizzo di osso bovino deproteinizzato e membrana in collagene: caso di impianto post estrattivo con severo riassorbimento osseo vestibolare

Sesso

M

Età

52

Patologie pregresse

Paziente in ottimo stato di salute presentava un anamnesi completamente negativa (ASA 1)

Situazione ossea

L’esame radiografico metteva in evidenza un buon mantenimento picchi ossei interprossimali mentre l’esame clinico evidenziava una profondità di sondaggio aumentata sull’aspetto vestibolare di 10mm ed un deficit osseo vestibolare come esito di una frattura verticale dell’elemento 25

Situazione tessuti molli

Presenza di edema dei tessuti molli in corrispondenza dell’elemento 25

Igiene orale

Buona FMPS 15%, FMBS 16%

Ragioni della visita

Presenza di fistola in corrispondenza dell’elemento 25

Attitudini e desideri

Richiesta risoluzione del problema sull’elemento 25 se possibile senza rimanere mai senza dente e non ricorrendo a protesi convenzionale e a provvisori rimovibili

Descrizione

Paziente di sesso M 52 anni non fumatore si presenta alla nostra osservazione per la valutazione dell’elemento 2.5. ( Fig 1) Il paziente in ottimo stato di salute mostra un’anamnesi completamente negativa (ASA 1).
L’esame radiografico mette in evidenza un buon mantenimento dei picchi ossei interprossimali mentre l’esame clinico evidenzia una profondità di sondaggio aumentata di 10mm sull’aspetto vestibolare ed un deficit osseo vestibolare come esito di una frattura verticale dell’elemento 25.
I tessuti molli del sito considerato mostrano evidenti segni di flogosi imputabili alla sottostante frattura.
Il paziente con un buon livello di igiene orale chiede la risoluzione del problema relativo all’elemento considerato chiedendo una riabilitazione a supporto implantare ma, se possibile, senza l’utilizzo di un provvisorio rimovibile.
Date le condizioni del sito considerato viene misurata, con una sonda parodontale sulla rx endorale, la quantità di osso apicale al dente 2.5. Tale distanza di 7 mm offre un buon ancoraggio per l’ottenimento di stabilità primaria. Si decide quindi un piano di trattamento costituito da un impianto post estrattivo a carico immediato non funzionale e una contestuale GBR per la ricostruzione dei tessuti mancanti come conseguenza della frattura.
Dopo anestesia plessica (Articaina con vasocostrittore 1:100.000) si procede all’estrazione dell’elemento considerato (Fig 2). Viene sollevato un lembo a tutto spessore con un’incisione di rilascio sull’aspetto mesiale dell’elemento 24 al fine di visualizzare correttamente il sito post estrattivo. Dopo l’estrazione e la successiva degranulazione dell’alveolo post estrattivo si puo notare il notevole difetto osseo residuo come esito della frattura. (Fig 3)
Si procede quindi al posizionamento dell’impianto secondo posizione protesicamente corretta: Tale posizione, in cui l’asse dell’impianto cada all’interno del futuro tavolato occlusale del dente, viene ottenuta a mano libera senza l’ausilio di dime chirurgiche. La fixture 4x13mm (TSIII © Osstem Korea ) viene inserita dopo sottopreparazione del sito al fine di ottenere una sufficiente stabilita primaria. Il torque ottenuto era di 45 Ncm. (Fig 4).
Si procede quindi al riempimento del difetto osseo residuo tramite osso bovino deproteinizzato (Bio-Oss®, Geistlich Pharma) mescolato con osso Nel caso presentato viene usato l’osso autologo raccolto dalle frese durante la preparazione dell’osteotomia. Particolare attenzione viene posta al corretto riempimento del difetto al fine di non lasciare lacune vuote. ( Fig 5)
Il sito viene quindi ricoperto con una membrana in collagene (Bio-Gide®, Geistlich Pharma). La membrana viene opportunamente ritagliata e posizionata in due strati in modo da ricoprire completamente la zona innestata. Una volta disposta, viene bagnata con soluzione fisiologica sterile per permettere il suo corretto adattamento ai piani sottostanti. Nel caso mostrato la membrana non è stata fissata con chiodini od altri metodi di fissazione, ma date le sue spiccate doti di idrofilia è il solo coagulo a renderla perfettamente immobile al di sopra della zona da rigenerare. (Fig 6)
Il lembo viene quindi riadattato e suturato con suture staccate semplici in PTFE 4.0 sia sull’incisione di scarico che a livello interprossimale.
Durante la fase di lavorazione tecnica viene applicata una opportuna vite di guarigione. La radiografia post operatoria mette in evidenza il corretto posizionamento apico-coronale dell’impianto a circa 3 mm apicale alla CEJ dei denti adiacenti. (Fig 7)
Si procede quindi al rilevamento della posizione dell’impianto per il posizionamento del provvisorio. Si utilizza in tal caso una registrazione tramite una chiave in resina che viene successivamente posizionata dal tecnico su un preesistente modello pre estrazione. In tal modo si evitano sollecitazioni sull’impianto appena inserito ed eventuali compressioni del materiale da impronta sulla zona ricostruita. (Fig 8).
Il manufatto viene realizzato in circa 3 ore utilizzando un cilindro da provvisori e la preesistente corona protesica del paziente.( Fig 9)
Il provvisorio viene applicato con esclusiva funzione estetica e particolare attenzione viene dedicata al controllo occlusale in centrica, lateralità e protrusiva.
Dopo 6 mesi dall’estrazione il tessuto appare ben maturo e di ottimo aspetto clinico. (Fig 10)
Si procede al rilevamento dell’impronta definitiva utilizzando la tecnica del Pick up individualizzato (Fig 11). Tale tecnica consente un corretto trasferimento sia della posizione della fixture che del canale mucoso ottenuto in fase di guarigione.
Dopo le opportune prove intermedie viene consegnato il manufatto definitivo avvitato realizzato in zirconia su connettore da incollaggio che appare ben integrato con i tessuti molli circostanti (Fig 12)
Il controllo clinico ad 1 anno mostra una ottima maturazione dei tessuti con mantenimento dei volumi ottenuti con la rigenerazione (Figg 13,14).
Il controllo radiografico sempre ad un anno dopo il carico mostra l’ottimo grado di integrazione dell’impianto con mantenimento dei picchi ossei mesiali e distali. (Fig 15)

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