Nessuna.
L’elemento da estrarre presentava una perdita ossea marcata a livello della teca vestibolare con sondaggio aumentato e mobilità di 2° grado.
A livello dei tessuti molli si apprezzava una recessione gengivale vestibolare in corrispondenza di una otturazione provvisoria posizionata in corrispondenza di una rima di frattura.
La paziente presenta un buon mantenimento igienico sottoponendosi abitualmente a sedute di igiene professionale 2/anno.
La paziente si presenta alla mia osservazione inviata dal collega endodonzista.
Riabilitazione della masticazione con elemento fisso.
La paziente, 45 anni, si presenta inviata dal collega il quale, durante il ritrattamento endodontico del sito 4.5 ha rilevato una frattura dell’elemento. Al sondaggio l’elemento presentava parodonto intatto a livello interprossimale e linguale mentre relativamente alla porzione vestibolare vi era la presenza di sondaggio aumentato per il riassorbimento della teca ossea vestibolare e una recessione dei tessuti molli in corrispondenza di una abrasione cervicale dell’elemento (possibile causa della frattura) (fig.1). La prognosi del dente è stata giudicata infausta e pertanto si è deciso di optare per la sostituzione dell’elemento con un impianto. Successivamente alla somministrazione dell’anestetico si è proceduto all’apertura di un lembo muco periosteo con incisione di scarico mesiale per accedere alla cresta ed estrarre l’elemento (fig.2). Una volta rimossa la radice si è effettuata la revisione dell’alveolo e si è proceduto ad innestare una combinazione di osso bovino deproteinizzato (Geistlich Bio-Oss®) e gel a base di polinucleotidi (Regenfast®) (fig.3) in proporzione 3:1 per riempire la porzione contenitiva dell’alveolo e per ricostruire la parete vestibolare mancante (fig.4). Il biomateriale è stato successivamente coperto con l’applicazione di una membrana porcina in collagene (Geistlich Bio-Gide® Compressed) imbibita di gel Regenfast® (fig.5). A causa della vicinanza con l’emergenza del nervo alveolare inferiore e per non ridurre la quota di tessuto cheratinizzato, si è optato per una guarigione per seconda intenzione (fig.6). A distanza di 5 mesi i tessuti molli apparivano perfettamente stabili (fig.7) ed è stato quindi eseguito un esame radiografico 3D per valutare lo stato di maturazione dell’innesto e i volumi necessari per inserire un impianto, quindi è stato sollevato un lembo muco-periosteo con incisione spostata linguale in modo da esporre la cresta, effettuare una valutazione della rigenerazione e inserire un impianto (fig.8). La cresta alla riapertura mostrava un volume adeguato e di aver raggiunto un grado di maturazione sufficiente per ospitare un impianto sottocrestale (fig.9), con un torque di inserimento ideale (> 40 N/cm2) per permettere la connessione e il serraggio di un abutment intermedio con la tecnica del “one-abutment-on-time” (fig.10) e una guarigione con vite transmucosa (fig.11). Il lembo è stato poi spostato e suturato vestibolarmente per aumentare lo spessore del tessuto cheratinizzato nella porzione del futuro profilo di emergenza protesico. A distanza di 3 mesi, verificata l’avvenuta integrazione della fixture, è stato rimosso l’abutment di guarigione per connettere un abutment di scansione e rilevare una impronta con scanner intraorale (fig.12). Successivamente è stata confezionata, con produzione digitale, una corona protesica in zirconia con stratificazione superficiale in ceramica che è stata serrata all’impianto (fig.13). A 12 mesi è stato effettuato un controllo radiografico 2D e 3D che evidenzia la stabilità del tessuto duro rigenerato (fig.14).
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