L’inserimento di impianti dentali è una terapia predicibile per la sostituzione dei denti. Tuttavia le complicanze meccaniche, biologiche ed estetiche si verificano frequentemente. Lo scopo di questo studio di De Angelis e colleghi (2020) era di confrontare i risultati clinici di una matrice in collagene (XCM) utilizzata al momento del posizionamento dell’impianto come alternativa a un innesto di tessuto connettivo autologo (SCTG), per l’aumento dei tessuti molli. Questo era uno studio clinico prospettico con 12 mesi di follow-up. Nel gruppo di controllo, l’aumento dei tessuti molli al momento del posizionamento dell’impianto è stato eseguito con un SCTG, mentre nel gruppo test è stata utilizzata una XCM. 12 mesi dopo l’intervento, tutti gli xenoinnesti non hanno mostrato complicanze postoperatorie. In entrambi i gruppi uno spessore significativamente maggiore è stato osservato sul lato vestibolare e occlusale dal preoperatorio a 3 mesi postoperatorio (P < 0,05). Non è stata rilevata alcuna differenza statisticamente significativa nel punteggio estetico rosa (P = 0,379, 6 mesi postoperatorio) o nella perdita di osso marginale (P = 0,449 a 3 mesi postoperatorio, P = 0,778 a 6 mesi postoperatorio) tra i gruppi. Sono state identificate differenze statisticamente significative nel dolore percepito dai pazienti (P <0,0001) e nel tempo per completare la procedura chirurgica (P = 0,0008). A 12 mesi dall’intervento, la XCM ha fornito risultati clinici simili in termini di aumento dei tessuti molli sul lato vestibolare e occlusale rispetto a SCTG.