La comparazione dell’efficacia di due diverse tecniche per l’aumento verticale, eseguita sulla base dell’impiego di una membrana barriera in collagene riassorbibile o di una membrana rinforzata in titanio non riassorbibile (ePTFE), è stata eseguita da Merli e colleghi (2010) attraverso uno studio clinico randomizzato controllato con follow up di 3 anni.
In tutti i casi l’aumento verticale è stato ottenuto attraverso l’uso di particolato di osso autologo applicato al momento dell’inserimento degli impianti.
Materiali e metodi
22 pazienti parzialmente edentuli che necessitavano di un aumento verticale sono stati assegnati casualmente ai due gruppi di trattamento, ognuno composto da 11 pazienti.
I parametri registrati in modo indipendente in singolo cieco sono stati:
– fallimento protesico
– fallimento implantare
– complicanze
– quantità di osso rigenerato verticalmente
– livelli di osso marginale perimplantare.
La membrana in collagene (Geistlich Bio-Gide®) utilizzata nell’intervento di aumento verticale era supportata da piastre di osteosintesi.
Per determinale il livello osseo, in ogni paziente sono stati individuate i siti implantari che richiedevano la rigenerazione ossea verticale maggiore.
Il tempo di osservazione (follow up) era compreso tra il carico provvisorio e 3 anni dopo il carico.
L’analisi statistica di covarianza e t-test è stata eseguita per comparare le medie, considerando la significatività per valori di p minori di 0.05.
Risultati:
Tutti i pazienti sono stati analizzati al follow up di 3 anni.
Non si sono riscontrati fallimenti protesici, fallimenti implantari, né complicanze dopo il carico.
Non sono state osservate differenze significative nella perdita ossea tra i due gruppi, sia a 1 anno che a 3 anni. Entrambi i gruppi hanno però mostrato una graduale e significativa perdita di osso perimplantare a 1 anno e 3 anni (P minore di 0.05).
Dopo 3 anni, i pazienti trattati hanno perso:
– con la membrana riassorbibile una media di 0.55mm di osso
– con la membrana in ePTFE una media di 0.53 mm di osso.
Conclusioni:
Fino a 3 anni dopo il carico implantare, non si sono verificati fallimenti né complicanze e la perdita di osso marginale perimplantare è risultata minima. Il tessuto osseo rigenerato verticalmente con le due tecniche esaminate può essere mantenuto con successo dopo il carico funzionale.