Lo studio prospettico di Roccuzzo e colleghi (2011) ha valutato l’efficacia del trattamento chirurgico delle lesioni provocate dalla peri-implantite, esaminando la relazione tra i risultati ottenuti in termini di guadagno osseo ed il tipo di superficie implantare.
In questo studio sono stati trattati 26 pazienti che presentavano un difetto osseo “a cratere” attorno a due tipi di impianti: il controllo era rappresentato dagli impianti TPS (titanium plasma-sprayed surface), il gruppo test dagli impianti SLA (sand-blasted large grit and acid-etched surface) (Straumann® Dental Implant System, Straumann AG). I criteri di inclusione nello studio erano una profondità di sondaggio maggiore di 6 mm e mobilità implantare assente.
La superficie implantare è stata pulita meccanicamente e trattata con EDTA 24% e gel di clorexidina 0.1%. Per riempire il difetto osseo è stato utilizzato un innesto osseo bovino (Geistlich Bio-Oss® Collagen, Geistlich Pharma AG) e il lembo è stato suturato lasciando l’impianto non sommerso.
La superficie implantare è stata pulita meccanicamente e trattata con EDTA 24% e gel di clorexidina 0.1%. Per riempire il difetto osseo è stato utilizzato un innesto osseo bovino (Geistlich Bio-Oss® Collagen, Geistlich Pharma AG) e il lembo è stato suturato lasciando l’impianto non sommerso.
A distanza di un anno, i risultati positivi sono stati evidenziati sia clinicamente che radiograficamente: la profondità di sondaggio è diminuita di 2.1±1.2 mm nei controlli e di 3.4±1.7 mm negli impianti test. Il completo riempimento del difetto si è osservato in 3 dei 12 impianti test, mentre non si è mai ottenuto nei controlli. Il sanguinamento al sondaggio si è ridotto da 91.1±12.4% (controllo) e 75.0±30.2% (test) a 57.1±38.5% (p=0.004) e 14.6±16.7% (p=0.003), rispettivamente.
La superficie implantare può quindi influenzare il risultato clinico di un trattamento chirurgico della peri-implantite, anche se un recupero completo del difetto osseo non è ancora un risultato predicibile e richiede un follow-up a lungo termine.
