Efficacia clinica degli innesti per l’aumento della cresta: una review sistematica
Lo scopo della review sistematica di Troeltzsch e colleghi (2016) era di valutare l’efficacia dei materiali da innesto negli aumenti
Lo scopo della review sistematica di Troeltzsch e colleghi (2016) era di valutare l’efficacia dei materiali da innesto negli aumenti
La paziente si presenta alla nostra attenzione per sostituire i quattro incisivi inferiori mancanti. Tali elementi sono stati estratti qualche mese prima per motivi parodontali (da quanto riferito dalla paziente). Al momento i denti mancanti sono sostituiti da una protesi rimovibile.
Una paziente di 54 anni, in buono stato di salute generale, si presenta alla nostra osservazione lamentando una forte mobilità a carico dell’incisivo superiore di sinistra oltreché un evidente inestetismo.
Il paziente si presenta in visita dopo l’avulsione spontanea dell’elemento 4.1, riferisce un periodo di mobilità dell’elemento avulso spontaneamente. Si presenta alla mia osservazione ad un mese e mezzo di distanza dalla perdita.
Dopo la terapia parodontale iniziale si opta per la sostituzione dell’elemento con un impianto osteointegrato e l’aumento osseo necessario.
La paziente giunge alla nostra osservazione con la richiesta di ripristino funzionale per la mancanza di diversi denti nell’arcata inferiore e rifacimento di un vecchio ponte nella zona anteriore del mascellare superiore non più soddisfacente, per la paziente, dal punto di vista estetico e in via di fallimento a causa di carie del dente ventidue pilastro di ponte.
L’articolo di Urban e colleghi (2016) presenta una tecnica di sutura periostea a materassaio verticale con suture riassorbibili per fissare gli innesti e le membrane in siti singoli sottoposti a GBR orizzontale. Questa tecnica evita le potenziali complicanze dell’uso di viti o pin di fissazione, così come la perforazione delle radici durante l’inserimento dei pin ed elimina la necessità di una seconda chirurgia di recupero.